lunedì 21 maggio 2012

Variabili

Ieri ho fatto due mesi con Ace.
Sono due mesi, che sono fidanzata, e che amo un uomo.
Sono due mesi che viviamo questa relazione in segreto.
Sono due mesi che ci studiamo, che impariamo a conoscerci, e, ad ogni mese, c'è un regalo.

Devo ammettere che in realtà non prendo mai i regali come semplici oggetti, a dir la verità non mi piace neanche riceverli, mi sono costruita da sola, sono riuscita a diventare la Nuzi della Shouye, ho fatto i miei errori, ma mi sono anche sacrificata per cercare di ottenere sempre il meglio da me e dagli altri, non ho bisogno che qualcuno mi faccia un regalo, così come non ho bisogno dei fiori che ad ogni festività riempiono la mia camera da parte dei clienti, non ho bisogno di complimenti, mi interessa solo che ciò che faccio, venga accettato, che piaccia e che renda chi mi sta intorno soddisfatto.

Con lui é diverso.

Se gli faccio un regalo non é per vederlo soddisfatto, in realtà, prendo ogni dono come se fosse una sorta di test, come se così facendo, a seconda della sua faccia, abbia la possibilità di capire fino a che punto lo conosco. Ok, devo ammetterlo, fare i regali mi riesce piuttosto facile, d'altronde, é il mio lavoro offrire alle persone ciò che più intimamente desiderano, ciò mi offre un'alta percentuale di possibilità che un mio regalo non sia poco accettato. Eppure, ci sono delle variabili.

L'oggetto giusto, al momento giusto, con il giusto significato.
Il regalo perfetto non sarà mai quello che puoi tenere per tutta una vita, ma quello che, in quel preciso momento, é più significativo di qualsiasi altra cosa.

Gli regalai un orologio per pasqua, non vidi la sua faccia.
Gli regalai un paio di gemelli al primo mese, gli sono piaciuti, é innamorato.
Gli regalai un dipinto, per la nostra futura casa, rappresentava ciò che siamo ora, e l'ha fatto commuovere.
Gli ho regalato un booster ieri, per farlo tornare più in fretta da me, e ci sono stati i fuochi d'artificio.

Josephine Leroux, Nuzi della Shouye di Horyzon, che regala un Booster.

Di certo non é un regalo di classe, é privo di ogni eleganza, ma sono sicura che fosse quello il regalo perfetto.

Lui dal suo canto mi ha regalato un abito, una promessa. Lo utilizzerò quando avrò modo di vederlo nuovamente in pubblico. E' una sorta di.. gioco, quello del cliente e dell'accompagnatrice, ci costringe ad aspettare, a tenere a bada tutti i nostri istinti e desideri, prima di scoppiare in un impeto di passione.

La domanda sorge quindi spontanea, ora, é tutto così bello, così dolce.. così impetuoso. Ma dopo? Ingoio a vuoto e ci penso.. Entrambi non sopportiamo più questo stato di segretezza. Ma adesso, lui può andare con chi vuole volendo... se poi lo scopro gli spezzo le gambe, però può andarci, non é fidanzato agli occhi altrui, io posso soddisfarmi con chiunque, tra le lezioni ed i clienti, a lui dono l'amore più puro, perchè é una scelta quella di donarmi a lui gratuitamente. Non sono montata di testa, ma so quanto valgo, conosco bene il mio prezzo, e certamente é molto di più di quei 350 dollari.

Dopo... non avremo più nessun gioco, avremo solamente noi stessi. Mi sto togliendo i clienti e li passo ad altre accompagnatrici, un pò perchè sono ricolma di burocrazia e non ce la faccio a seguirli tutti, un pò perchè sto cercando di iniziare una sorta di scrematura per un'introduzione alla monogamia.
Un'accompagnatrice ama tutti, io amo un solo uomo, ma provo molto affetto per tutti gli altri.
Cosa sarà, dopo?
Cosa ne sarà della nostra passione?

Sento il forte desiderio di qualcosa di normale, un fidanzato alla luce del sole, un marito, una famiglia.
Ma devo... ridurmi a questo? Solo questo?
Dove sono tutti gli sforzi che ho fatto e sto facendo?
Che genere di madre e moglie potrei essere?
Premettendo dal fatto che non voglio avere figli... mi rovinerebbero troppo, anche se mi piacciono quelli altrui.
Che tipo di persona sarei?

A volte il ruolo da Nuzi mi sta stretto, a volte invece é casa mia.
La Casa, penso che non ci sia parola migliore per definirla in effetti.
La Shouye é il luogo in cui mi sento a mio agio, dove sono cresciuta, dove sono diventata indipendente, dove ho conosciuto la cattiveria, dove mi sono formata, dove mi sono affermata.
Conosco le mie capacità, non sono solo la Shouye, ho rapporti con chiunque praticamente, a piedi non rimarrei mai e se per questo mi sto aprendo anche nuove porte. Ma é veramente ciò che voglio? Uscirne fuori?
Dov'è il mio lusso, la mia arte, quel rapporto familiare che ho instaurato con le altre in tutto questo?

Tra paura e desiderio...
mi divido in questo dissidio interiore.

"C-Cortex

Buongiorno amore mio, inizia a non bastarmi più tutto questo, non dopo ieri sera.
Ti amo.

A. "

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